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“Il menù è curato da chef Cannavacciuolo” e finisce dietro le sbarre: mai pronunciare questa parola in pubblico, rischi grossissimo

Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo- Foto Instagram- iFood.it

Un recente avvenimento ha scosso il mondo della ristorazione: ecco cos’è successo ad alcune persone che hanno utilizzato il nome di Antonino Cannavacciuolo.

Un ristorante di Marina di Ravenna si è trovato al centro di un controverso caso legale che ha coinvolto il celebre chef Antonino Cannavacciuolo.

Una semplice frase, “menù curato da chef Cannavacciuolo”, stampata su volantini e pubblicizzata tramite un camion vela, è costata caro ai proprietari del locale.

Tutto è iniziato quando questo accaduto è stato segnalato proprio allo chef e giudice di Masterchef Italia che ha deciso di agire in modo preciso.

La vicenda sottolinea come l’uso improprio di un marchio possa avere conseguenze legali pesanti, spingendo ristoratori e imprenditori a riflettere sull’importanza della tutela della proprietà intellettuale.

“Menu curato da Cannavacciuolo”: la frase che è costata la denuncia

Qualche tempo fa una cliente ha segnalato allo chef Cannavacciuolo un volantino che pubblicizzava la riapertura di un certo ristorante che accreditava il nome del cuoco stellato come curatore del menù. La reazione del cuoco non si è fatta attendere: immediata la denuncia per utilizzo illecito del suo nome e del marchio registrato, che ha portato a un processo con risvolti decisamente inaspettati per i proprietari del ristorante.

Le indagini hanno portato alla luce dettagli inquietanti. I ristoratori, che in passato avevano partecipato a un episodio del programma “Cucine da incubo” condotto dallo chef, hanno utilizzato il nome di Cannavacciuolo per rilanciare il proprio locale. Il cuoco ha, però, smentito categoricamente qualsiasi collaborazione con il ristorante, sottolineando che il suo marchio, registrato dal 2017, non poteva essere usato senza permesso. Questa accusa è stata suffragata da prove fotografiche e testimonianze che hanno mostrato volantini e pubblicità che ingannavano i clienti. Il tribunale ha quindi deciso di intervenire con una sentenza mirata.

Antonino Cannavacciuolo
Antonino Cannavacciuolo- Foto IG- iFood.it

La condanna dei ristoratori e la sentenza-esempio

I ristoratori sono stati condannati a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 3.000 euro ciascuno. La sentenza ha evidenziato come l’uso non autorizzato di un marchio registrato configuri una violazione grave della legge sulla proprietà intellettuale. Il giudice ha specificato che l’azione dei ristoratori ha danneggiato sia l’immagine dello chef sia la fiducia dei consumatori.

In sintesi si tratta di un avvertimento per tutti coloro che operano nel settore della ristorazione e, più in generale, nel mondo dell’imprenditoria: utilizzare un nome celebre senza autorizzazione è un rischio che può costare caro, non solo economicamente ma anche a livello legale.