Cucine da incubo, Cannavacciuolo sbugiardato su due piedi: “Di vero c’è il 50%” | La verità vomitata all’improvviso
Quanto c’è di vero in cucine da incubo? Antonino Cannavacciuolo attaccato sul suo programma. Le accuse sono molto dure.
Saltuariamente viene fuori qualche notizia su programmi che appassionano il pubblico, e che non sarebbero ciò che sembrano.
Questa volta è accaduto a Cucine da incubo. Il divertente e spassoso docu-reality condotto da Antonino Cannavacciuolo è sotto attacco.
C’è chi lo adora e lo segue con partecipazione, appassionandosi alle storie dei ristoratori in difficoltà salvati dallo chef, e chi afferma che sia tutto finto.
Un copione già scritto, nulla di vero. Una grande delusione per i fan, se fosse vero. Ma sarà davvero così?
Cucine da incubo: tutto finto
Cucine da incubo è uno di quei programmi che guardi con incredulità chiedendoti se sia vero ciò che stai vedendo. La formula è molto semplice, e le puntate, in tutte le edizioni, sono molto simili. Un’attività ristorativa è in difficoltà, Antonino Cannavacciuolo arriva, osserva, cambia menù, dà una rinfrescata alla location e tutto si sistema. I contrasti nello staff si appianano, le famiglie si riuniscono, baci, abbracci, e adios, commiato dello chef.
Quel che lascia perplessi i telespettatori è ciò che avviene prima dell’intervento risolutivo di Cannavacciuolo. Famiglie sull’orlo di una crisi di nervi che non riescono più a lavorare assieme, urla, litigi. Staff allo sbando, locali spesso sporchi e trascurati. Situazioni durissime, dove i contrasti sono la regola e nessuno si fa problemi a urlare nelle cucine anche in presenza di clienti. Possibile un simile comportamento? ci si chiede. Beh, stando a quanto dicono, non proprio.
La verità all’improvviso
Potrebbe sembrare strano che una situazione insostenibile tra familiari e amici, un locale allo sbando che sta per chiudere e affari con conti in rosso, possano risolversi in 3 giorni. L’arrivo dello chef e il suo intervento sono risolutivi, e tutto si appiana. Questo il dubbio anche di vice.com che ha interpellato alcuni dei partecipanti a Cucine da Incubo.
Uno di essi è stata Scilla De Lorenzis, con il suo locale di Milano ha preso parte alla stagione 1. La donna ha confessato: “Di vero c’è il 50 percento”, e poi confessa che anche se all’epoca un po’ se l’è presa per come erano andate le cose, a lungo andare tutto si è sistemato. Il ritorno pubblicitario c’è sempre, e basta semplicemente continuare a usare materie prime di qualità perché gli affari prosperino come quando è arrivato chef Cannavacciuolo.