Truffa mai vista prima: ti fanno credere che sia pesce e poi la spiacevole sorpresa: dentro ci trovi di tutto, persino la farina
Facile e veloce da preparare, ti dà l’impressione di mangiare pesce ma spesso nemmeno lo contiene: la truffa del surimi.
Lo avrai sicuramente assaggiato anche tu. In insalata, con una croccante impanatura, con la pasta. Il surimi è un prodotto versatile e quindi molto apprezzato.
Permette di cucinare un piatto molto velocemente, gustoso e leggero, a base di pesce. Con l’aggiunta di qualche verdura, per esempio, sembra anche completo.
Sembra, appunto. Perché il surimi non è poi così salutare come potrebbe sembrare, e non è nemmeno a base di pesce, a volte.
La truffa del surimi è proprio questa: ti dà l’impressione di mangiare pesce fresco, ma a volte di pesce nemmeno ne contiene, più o meno.
Truffa del surimi: quando leggere l’etichetta è importante
Pochi sanno che il vero surimi è un prodotto di origine giapponese dalle origini molto antiche, a base di una specie di merluzzo, il Pollock d’Alaska. Solo polpa di pesce e poco altro. Fino a che diventa un cibo commerciale e processato e quindi perde tutta la sua genuinità. Sembra infatti di mangiare pesce fresco, ma ad un attenta lettura dell’etichetta scopriamo che la realtà è un’altra.
Si tratta, il più delle volte, di un’imitazione di pesce come granchi e gamberi. Che noi mettiamo nel nostro piatto inconsapevoli della realtà. Ma, come riferisce ilfattoalimentare.it: “Basta però leggere attentamente l’etichetta per capire che siamo di fronte a un prodotto farcito di additivi […] e aromi, il cui utilizzo ha la finalità di dare a chi lo consuma la pia illusione di gustare crostacei freschi”.
Cosa c’è dentro davvero
Leggendo l’etichetta quindi scopriamo che oltre al pesce, che può essere però non vera polpa di pesce fresco ma anche direttamente surimi, ovvero un composto di scarti, additivi e aromi, troviamo nel prodotto diversi ingredienti. Additivi, uova, persino farina che serve probabilmente solo a dare compattezza al prodotto finale. E aromi, per donare gusto. E visto che, come sappiamo, l’ordine degli ingredienti è decrescente rispetto alla loro quantità, la qualità del prodotto sarà inversamente proporzionale al loro numero.
Il sito citato evidenzia che sui prodotti presi in esame, che siano a base di pesce fresco o di surimi “la quantità di pesce presente nel prodotto finale raramente supera il 50% “. E spesso in etichetta si leggono anche frasi che invitano a consumare il prodotto sostenendone l’alto valore nutrizionale e la ricchezza di proteine. Non è esatto nemmeno questo poiché se 100 grammi di surimi contengono circa 9 grammi di proteine, 100 grammi della stessa quantità di merluzzo ne contengono più del doppio. E più della metà del sale. L’invito è sempre di leggere attentamente l’etichetta.