In Italia l’86% degli allarmi alimentari riguarda prodotti importati dall’estero. Centinaia le segnalazioni di danni alla salute.
Tra i pericoli maggiori pesci, molluschi e bivalvi provenienti dalla Spagna: nel pesce è stato rilevato un elevatissimo contenuto di mercurio, mentre nei molluschi e nei bivalvi la presenza del norovirus, lo stesso agente patogeno trovato anche nelle ostriche provenienti dalla Francia e responsabile di gastroenteriti.
Oltre al pesce, anche la carne è risultata pericolosa: nelle carni di pollo provenienti dalla Polonia è stata rilevata la presenza di Salmonella.
Si potrebbe pensare a questo punto che i rischi alimentari riguardino principalmente i prodotti di origine animale, ma sbaglieremmo. Anche in frutta e verdura sono stati misurati livelli di sostanze nocive ben oltre il limite consentito dalla legge. Nei pomodorini provenienti dall’Egitto e nei litchi importati dalla Cina è stato registrato un livello di pesticidi oltre il limite.
Questa tendenza è confermata dai dati nazionali pubblicati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA): nel 6,4% dei prodotti di importazione sono stati riscontrati residui chimici irregolari oltre i limiti di legge – residui di pesticidi su frutta, verdura, cereali, olio, vino e prodotti per l’infanzia – contro la media dello 0,6% sui prodotti italiani. Gli alimenti di provenienza straniera risultano essere quindi in media sei volte più pericolosi di quelli prodotti in Italia.
Proseguendo nell’analisi dei cibi pericolosi, sono coinvolti anche i pistacchi provenienti dalla Turchia, dall’Iran e dagli Stati Uniti a causa dell’elevato contenuto di aflatossine cancerogene, presenti anche nei fichi secchi turchi e nelle arachidi importate dall’Argentina e dagli Stati Uniti.
Tra le spezie troviamo nella black list degli alimenti nocivi alla salute il pepe nero proveniente dal Brasile a causa della presenza di Salmonella.
Ad essere in cima alla lista dei prodotti importati più pericolosi sono i semi di sesamo, in questo caso provenienti dall’India a causa dell’ossido di etilene. Ed è proprio l’India ad essere in testa alla classifica dei paesi da cui arrivano gli alimenti più contaminati in Europa: ben il 12% degli allarmi alimentari scattati in Europa riguarda prodotti indiani.
A seguire la Turchia e la Polonia, che entrambe sono responsabili rispettivamente del 10% degli allarmi alimentari, mentre Cina, Francia e Paesi Bassi sono i paesi da cui provengono il 6% dei prodotti relazionati con allarmi alimentari.