Il galateo a tavola secondo Csaba Dalla Zorza: le regole che non ti aspetti spiegate punto per punto dalla nota scrittrice e conduttrice esperta della materia.
Il galateo è roba d’altri tempi? Ci auguriamo di no, e in effetti c’è ancora chi porta avanti l’arte di ricevere gli ospiti con le giuste attenzioni e un occhio all’estetica.
Arte antichissima, pare risalga addirittura al 200 a.C quando il teologo e filosofo greco Clemente Alessandrino ne ha gettato le basi nel suo trattato Il Pedagogo. Qui insegna ad essere buoni cristiani con tanto di indicazioni di buona condotta nei vari ambiti della vita, dal vestirsi con decoro all’alimentazione, dallo stare in mezzo alla gente. Un manuale certo rivolto ai cristiani ma che insegna di fatto a comportarsi con eleganze e giusti modi.
L’etichetta vera e proprio, molto più rigida, è stata imposta nel 500 da Erasmo Da Rotterdam, e dopo di lui sono in tanti che hanno enunciato nuove regole di comportamento, come il celebre monsignor Giovanni della Casa. Basti pensare poi alle miriadi di dettami e divieti imposti nel 19esimo secolo per poter fare parte della “buona società”, pena il disonore e l’allontanamento.
Oggi per fortuna le cose sono decisamente cambiate, non ci sono più imposizioni ma tutto è lasciato al sentire di ognuno. Anche se, forse, qualcuno dimentica le basi del vivere civile. A pensare ad insegnare le regole della casa ci prova l’elegante Csaba Dalla Zorza. Appassionata dell’argomento, food writing, con i suoi numerosi libri e programmi ha portato una ventata di educazione e nuovo galateo. Cortesie per gli ospiti, programma di cui è tra i giudici, ne è l’emblema.
Secondo la donna il galateo è come la grammatica, dice a Repubblica: “Non sono migliore degli altri perché a tavola metto il tovagliolo a sinistra, ma se c’è il modo giusto per posizionare il tovagliolo, mettiamolo in pratica. È come l’uso del congiuntivo” che spesso viene dimenticato, ma che piacere sentire parlare nel modo corretto. Sulla tavola perfetta secondo Csaba Dalla Zorza non può mancare la perfetta tovaglia. Pulita, stirata alla perfezione e senza pieghe. E con tovaglioli rigorosamente di stoffa per le occasioni più formali. Abbinati alla tovaglia ma non necessariamente uguali, l’importante è che il colore sia adatto.
Non c’è cosa più bella che vedere una tavola abbellita da un bel centrotavola. Che non deve essere troppo ingombrante e rendere il tutto scomodo o peggio limitare la visuale tra gli ospiti. Meglio optare per esempio per qualche piccolo vasetto di fiori collocato qua e là ma rispettando sempre una certa geometria. Altrimenti avremo solo confusione.
Veniamo alle stoviglie. I bicchieri devono essere diversi e rispecchiare lo stile della tavola in generale. Calici di vino di fogge diverse daranno un ulteriore tocco di eleganza, ma saranno sempre adatti ai diversi vini serviti. Mentre per i normali bicchieri da acqua, questi vanno collocati alla destra del piatto. A sinistra troveranno posto il tovagliolo ed eventualmente il piattino del pane.
Infine, i piatti. Porcellana di pregio che dia un ulteriore tocco di stile al tutto. Alla loro sinistra le forchette, e a destra il coltello con la lama rivolta verso di essi, e il cucchiaio. Basta davvero poco per fare bella figura e far sentire gli ospiti ben accolti e oggetto di attenzioni.