La pasta non fa ingrassare, ma solo se la mangi così: la clamorosa scoperta che cambierà il tuo rapporto con i carboidrati
Con questi accorgimenti non dovremo più rinunciare alla pasta. Scopriamo come rendere sano e leggero uno dei piatti della tradizione italiana
La nostra amata pasta spesso viene eliminata nelle diete dimagranti perché è considerata uno degli alimenti responsabili dell’accumulo di grasso nel corpo a causa dell’alto contenuto di carboidrati e calorie.
La pasta infatti è ricca di carboidrati complessi, che ci forniscono energia, ma è anche una fonte di fibre, che contribuiscono alla regolazione dell’appetito, al controllo del peso e alla salute del nostro sistema digestivo.
La realtà è che non è necessario rinunciare alla pasta per dimagrire, basta invece mangiarla nel modo corretto. La pasta in sé non fa ingrassare, il problema invece è la quantità che ne consumiamo e i condimenti che scegliamo per accompagnarla.
In effetti ci sbizzarriamo con ogni tipo di salse e condimenti grassi e calorici: formaggi, burro, panna, pancetta sono alcuni esempi molto frequenti nei nostri piatti di pasta che non fanno altro che aumentare il contenuto calorico del pasto. Se consumata in questo modo, la pasta effettivamente può causare un aumento di peso.
I condimenti sani e la quantità di pasta fanno la differenza
La soluzione migliore per dimagrire non è eliminare la pasta dalla dieta ma abbinarla a ingredienti sani, freschi e leggeri, come verdure, legumi, pesce magro. Una classica e semplicissima pasta al sugo di pomodoro è un’ottima scelta dato che si tratta di un condimento leggero e sano. Per arricchire il sugo di gusto oltre che di fibre e nutrienti possiamo aggiungere delle verdure come zucchine o melanzane. In questo modo il nostro piatto di pasta sarà bilanciato e nutriente.
Di certo non possiamo pensare di mangiare un piatto di pasta debordante. Anche la quantità che ne consumiamo è importante per evitare di ingrassare: la porzione ideale è di circa 80 grammi, massimo un etto e non più di una volta al giorno.
Cottura al dente e pasta integrale, alleati del nostro organismo
Facciamo attenzione anche al modo in cui cuciniamo la pasta: dobbiamo prediligere la cottura al dente, che ci consente di assorbire gradualmente gli zuccheri complessi presenti nella pasta, evitando così picchi glicemici e accumulo di grasso corporeo.
Quando si tratta di scegliere il tipo di pasta, in Italia abbiamo veramente l’imbarazzo della scelta. È vero però che sarebbe meglio prediligere la pasta integrale, che contiene naturalmente più fibre rispetto a quella bianca, e anche più nutrienti: antiossidanti, vitamine del gruppo B e vitamina E, oltre a minerali come ferro, magnesio e zinco. Inoltre la pasta integrale ha un indice glicemico inferiore, quindi viene digerita più lentamente, evitando il repentino aumento dei livelli di zucchero nel sangue. Come ulteriore alleato della dieta, la pasta integrale ci dona più a lungo un senso di sazietà. Per tutti questi motivi la pasta integrale risulta una scelta più salutare rispetto a quella bianca, nonostante l’apporto calorico sia simile.